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Tumore del testicolo

  • Immagine del redattore: Alberto Macchi
    Alberto Macchi
  • 4 feb 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 10 feb 2020

I testicoli sono gli organi in cui nell'uomo avviene la formazione degli spermatozoi e di alcuni ormoni maschili (hanno una funzione analoga a quella delle ovaie nella donna). I testicoli sono due, contenuti nello scroto, una borsa di pelle situata direttamente sotto il pene. Il cancro del testicolo è un tumore maschile, in cui le cellule tumorali si formano a partire dai tessuti di uno o di entrambi i testicoli.


Chi è a rischio


Le cause del cancro al testicolo restano sconosciute, anche se diversi fattori di rischio possono favorirlo. Tra questi, il principale è il criptorchidismo, cioè la mancata discesa nello scroto di uno dei testicoli, che resta nell'addome o nell'inguine. Questa condizione aumenta le probabilità di trasformazione maligna delle cellule fino a 10 volte rispetto alla popolazione generale, con un rischio variabile a seconda della sede del criptorchidismo: elevata se il testicolo è nell'addome e più bassa se è nell'inguine. Le probabilità si riducono ulteriormente se l'anomalia viene corretta chirurgicamente prima dei sei anni di età. Un altro importante fattore di rischio è la sindrome di Klinefelter, un difetto dei cromosomi. Infine, gli uomini che hanno avuto un tumore al testicolo hanno un rischio di 20-50 volte superiore di sviluppare lo stesso tumore nell'altro testicolo. Sono importanti anche: una storia familiare positiva per questo tumore, l'esposizione a sostanze che interferiscono con l'equilibrio endocrino (per esempio l'esposizione professionale e continuativa a pesticidi), l'infertilità (gli uomini infertili hanno un rischio di sviluppare il tumore tre volte superiore agli uomini fertili) e il fumo, che ne raddoppia il rischio.


Quanto è diffuso


I tumori del testicolo colpiscono soprattutto la popolazione giovane (in genere tra i 20 e i 40 anni). Nella fascia di età fino a 50 anni costituiscono il tipo di tumore più frequente (12% di tutte le diagnosi di tumore nel genere maschile). Dopo i 50 anni l'incidenza si riduce del 90%. Fino alla metà degli anni Settanta, nove uomini su 10 con tumore del testicolo morivano nel giro di un anno. Oggi, i tumori del testicolo guariscono nel 95 per cento dei casi. In Italia, i dati AIRTUM (Associazione italiana registri tumori) stimano per il 2017 circa 2.500 nuovi casi di tumore del testicolo.


Prevenzione


Per i tumori germinali del testicolo non esistono programmi di prevenzione organizzati. Gli stessi marcatori tumorali quali alfafetoproteina e beta-HCG (ovvero sostanze che si possono trovare nel sangue in presenza di questo tipo di cancro), utili per la conferma della diagnosi e per seguire nel tempo l'evoluzione della malattia, non servono per la diagnosi precoce. Data tuttavia la giovane età della popolazione a rischio, va sottolineata l'importanza dell'autopalpazione del testicolo, con attenzione verso qualsiasi modifica dell'anatomia o della forma dello scroto. Adulti e ragazzi dovrebbero conoscere dimensioni e aspetto dei loro testicoli, esaminandoli almeno una volta al mese dopo un bagno caldo, cioè con il sacco scrotale rilassato. Ogni testicolo andrebbe esaminato facendolo ruotare tra pollice e indice alla ricerca di noduli anomali, che dovrebbero essere immediatamente fatti esaminare dal medico. Questa pratica d’abitudine può consentire una diagnosi precoce. È importante insegnare ai ragazzi questa manovra anche perché l'unica visita che prevedeva l'esame dei testicoli era quella per la leva, che è stata abolita con la decadenza della leva obbligatoria.


Tipologie


I tumori testicolari si dividono in due tipi: seminomi e non seminomi. I primi sono circa la metà dei casi e consistono nella trasformazione maligna delle cellule germinali, cioè di quelle che danno origine agli spermatozoi; sono quelli più frequenti nella quarta decade di vita e si associano spesso a una variante che coinvolge anche cellule non seminali (in questo caso si parla di forme germinali miste). Gli altri, i non seminomi, includono differenti forme, tra cui i carcinomi embrionali, i coriocarcinomi, i teratomi e i tumori del sacco vitellino, quella parte associata all'embrione che contiene materiale di riserva per il suo nutrimento. La prognosie il trattamento sono diversi a seconda del tipo di tumore.


Sintomi


Di solito, il tumore esordisce con un nodulo, un aumento di volume, un gonfiore o un senso di pesantezza del testicolo. Per questo è importante che gli uomini imparino a fare l'autoesame del testicolo (così come le donne fanno l'autoesame del seno) palpando l'organo di tanto in tanto per scoprire in tempo eventuali anomalie. Anche la brusca comparsa di un dolore acuto al testicolo è tipico di questo tumore, assieme a un rapido aumento del volume che può essere provocato da un’emorragia all'interno del tumore. Anche il rimpicciolimento del testicolo può essere un segnale di esordio della malattia. Infine, è importante che i genitori facciano controllare i bambini dal pediatra di fiducia, poiché una correzione dell'eventuale discesa incompleta del testicolo entro il primo anno di vita riduce il rischio di cancro e facilita la diagnosi precoce del tumore.


Diagnosi


La diagnosi del tumore viene effettuata tramite una ecografia dello scroto e il dosaggio di alcuni marcatori, cioè sostanze presenti nel sangue prodotte dalle cellule tumorali o indotte dalla presenza del tumore. Tali marcatori sono l’alfa-fetoproteina (AFP), la beta-HCG e la latticodeidrogenasi (LDH). In caso di sospetta positività, si procede con una biopsia in sala operatoria e, se anche questa è positiva, si asporta il testicolo interessato per esaminare il tumore nella sua estensione locale e sottoporre il paziente a ulteriori indagini che scoprano se le cellule tumorali si sono diffuse ad altre parti dell'organismo. Ciò è importante per la scelta del trattamento più indicato.


Come si cura


Grazie ai progressi degli ultimi anni, oggi 9 casi di tumore del testicolo su 10 si curano con successo. Quando il tumore è diagnosticato in fase iniziale ed è limitato al testicolo, la chirurgia è la prima scelta. Nelle forme più avanzate, invece, è necessario ricorrere alla chemioterapia o alla radioterapia (a seconda dei casi e dell'istologia), considerando che alcune tipologie di tumore testicolare sono molto sensibili agli effetti dei farmaci, con cui si ottengono quindi ottimi risultati. Con i farmaci guarisce anche il 60-70% dei casi di malattia già disseminata, a cui va aggiunto un 10-20% di pazienti guariti definitivamente dopo l'asportazione chirurgica di tumori rimpiccioliti precedentemente con la chemioterapia. In entrambi i casi, comunque, è necessario farsi controllare regolarmente per molti anni dopo la cura. In pratica, nella malattia in fase iniziale è indicata l'asportazione chirurgica del testicolo e del funicolo spermatico (sia nei seminomi sia nelle forme non seminomatose). Negli stadi più avanzati, invece, con metastasi ai linfonodi dell'addome oppure in altri organi, la chemioterapia consente un buon controllo della malattia. Dopo l'asportazione del testicolo viene inserita una protesi che consente di mantenere l'aspetto estetico dello scroto. La fertilità può essere preservata conservando campioni di liquido seminale, raccolto prima dell'intervento chirurgico, in una banca del seme, su richiesta del paziente.

 
 
 

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